GenZ, sfaccettature di un target che bisogna conoscere! Ep1: Digital!
I nati tra la metà degli anni ’90 e l’anno 2010, sono – va senza dire- la generazione del futuro. Già nei prossimi anni arriveranno a rappresentare più del 40% dei consumi, perciò – che si tratti di una strategia di marketing o di una ricerca di mercato – non si può prescindere dal conoscere le caratteristiche e le peculiarità della così detta Generazione Z.
“Digital” è la prima parola chiave, ovvero l’aspetto che in primis caratterizza la GenZ. È infatti la generazione nativa digitale per eccellenza; nata e cresciuta con uno “schermo in mano”, di cui – per giunta- ne ha appreso l’uso intuitivamente…con l’uso appunto!
Per la tendenza a utilizzare più dispostivi contemporaneamente, la GenZ è anche detta generazione “5 screen”. Sono coloro che allo stesso tempo riescono a vedere una serie, consultare uno schermo, scrivere un documento, parlare via WhatsApp. E per tale ragione si presumono Multitasking.
I GenZ non hanno ricordo di un mondo senza Internet. Il loro è un universo cosiddetto phigytal, un mix tra i due mondi, reale e virtuale che li vede in costante connessione. Qualsiasi azione quotidiana di questi giovanissimi passa attraverso le tecnologie che hanno sempre con sé. La iGeneration, è la prima generazione a vivere costantemente onlife, dove perde di significato la distinzione tra online e offline.
Inevitabilmente tutto questo ha delle conseguenze.
Il continuo passaggio tra reale e virtuale causa una frammentazione dell’attenzione che porta a mancanza di lucidità e concentrazione. Ma non solo, perché c’è anche il rischio di un’incapacità nel comprendere a pieno la vita reale, dando luogo a paure e fobie che hanno un effetto negativo sugli stati d’animo di questi ragazzi. Un esempio fra tutti è la cosiddetta FOMO, ovvero Fear Of Missing Out. La paura di non essere connessi, di perdersi qualcosa di importante, di mancare opportunità, di smarrire i contatti, ecc.
Li hanno definiti anche face-down generation perché sono sempre chini su un device digitale. Non stupisce infatti che sia la generazione maggiormente affezionata ai social: Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat, TikTok, Twitch e YouTube. Quest’ultimo risulta il medium più diffuso, dove la GenZ segue tutorial (intesi come fonte di apprendimento) e youtuber (visti come maestri che esercitarono influenze sul modo di vestire, marche, prodotti da acquistare, ecc.). Inoltre essendo Digital Innates utilizzano anche gli strumenti più innovativi in modo spontaneo, tra cui Realtà Virtuale e Realtà Aumentata.
Dall’uso massivo dei social consegue un’identità grandemente legata al “Sé sociale” ovvero all’idea che gli altri si fanno di loro basandosi sui contenuti condivisi sui social. La GenZ è infatti centrata sul meccanismo dei “like” ovvero è costantemente alla ricerca di quel riconoscimento sociale o consenso “social” che però rischia di alimentare circoli viziosi se non proprio dipendenze.
A causa della grande esposizione digitale, i GenZ da un lato, hanno sviluppato una sorta di consapevolezza e conseguente capacità di discernimento della grande mole di informazioni in circolo, ma dall’altro – come abbiamo visto – presentano una soglia di attenzione piuttosto bassa (circa 8 secondi). Inoltre la velocità della comunicazione digitale e visiva, rende questa generazione piuttosto impaziente, con una propensione non solo a guardare la TV online e a utilizzare servizi per lo streaming, ma ad optare per i contenuti on demand (Netflix e Spotify).
Ne consegue che una comunicazione che si adatti a questo target sia visuale, essenziale (ridotta al massimo ad una frase), veicolata con immagini o con emoticon. Sarà dunque necessario lavorare sul visual: coinvolgere i GenZ con contenuti graficamente accattivanti, declinati in base ai dispositivi di fruizione. Bisognerà inoltre essere incisivi: andare dritti al punto e al cuore della propria value proposition.